MADRE NAZARENA UN ESEMPIO PER L'OGGI

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Modica, 24 ottobre 2014



Venerdì 24 ottobre 2014 alle ore 18,30 presso l'Auditorium della Parrocchia Sacro Cuore in Modica avverrà la presentazione del libro di Claudio Mazza "Alfabeto di un'anima" Madre Nazarena Majone - Un esempio per l'Oggi.


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Quando la cultura nutre l’anima e lo spirito. Apprezzato dal numeroso pubblico presente, il III appuntamento del Caffè Quasimodo di Modica

26 ottobre 2014 ore 16:41 di Redazione Fonte

Un pubblico attento e numeroso e pienamente coinvolto dalla dimensione spirituale di una donna, suora e madre già venerabile e di cui è in corso una causa di beatificazione, Madre Nazarena Majone, ha partecipato al III appuntamento culturale del Caffè Letterario Quasimodo di Modica, tenutosi presso l’Auditorium della Parrocchia Sacro Cuore in un’ atmosfera caratterizzata da teologia, cultura, spiritualità, e animata dalle note musicali del Lino Gatto alla chitarra e Daniele Ricca al violino.

Al centro della serata il volume “Alfabeto di un’anima. Madre Nazarena Majone. Un esempio per l’Oggi”, curato dal giornalista – scrittore milanese Claudio Mazza e pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. “Un testo, come ha affermato Domenico Pisana nella sua introduzione, che non lascia indifferenti perché offre una figura in odore di santità che invita a dare un senso alla vita, a concepirla non come un correre affannoso verso occupazioni inutili, una corsa inconcludente verso il nulla, ma come un ‘piacere a Dio’ nell’hic et nunc del tempo presente”.
A coordinare l’evento culturale, dopo il saluto di Don Nunzio Di Stefano, è stato don Ignazio
Petriglieri, vicario per la cultura della Diocesi di Noto, mentre Lucia Trombadore e Giovanni Spadola hanno illustrato il volume nelle sue coordinate teologiche e spirituali e con una lettura di alcuni brani scelti. Un contributo all’iniziativa ha portato anche Madre Rosa Graziano, postulatrice della causa di beatificazione di Madre Nazarena Majone, dando una toccante testimonianza sull’intreccio tra la sua vita e quella di madre Nazarena e focalizzando alcuni canoni di bellezza della vita della co-fondatrice delle Figlie del Divino Zelo. A concludere la serata è stato Claudio Mazza, che ha spiegato le motivazioni che lo hanno spinto alla scrittura del volume ripercorrendo anche le modalità del suo avvicinamento a Nazarena Majone, nel cuore della quale ha albergato – come sottolineato dall’autore – “una visione di ‘distacco’ dalle cose terrene e dagli affetti umani per guardare solo verso l’orizzonte dell’eternità”.
Madre Nazarena è stata , come è emerso dall’intervento di Giovanni
Spadola- una donna di grande umiltà, una grande educatrice – come ha rilevato Lucia Trombadore, che ha saputo ascoltare l’uomo della strada e che ha testimoniato come il problema sia la vita, non la morte , alla quale occorre prepararsi quotidianamente con la consapevolezza che prima o poi verrà e dando un senso al tempo che ci è dato di vivere.
Pensare alla morte non è stato per Madre Nazarena, come sottolineato da Domenico Pisana, un gesto di annichilimento o di inquietudine, ma la fonte di un agire morale improntato al bene; il sapere di morire è stato , per Nazarena, un invito a dare un senso alla vita, a concepirla non come una “
concursatio”, cioè un correre affannoso verso occupazioni inutili, una corsa inconcludente verso il nulla, ma come un “piacere a Dio” già nell’hic et nunc del tempo presente.
La morte , sta qui la grande lezione di questa donna, diventa allora un criterio ermeneutico per comprendere la vita, per capire che il tempo, l’
hic et nunc della terrestrità non va valutato su parametri quantitativi ma qualitativi, per prendere coscienza che la vita umana è fugace solo quando la si spreca e che trova la sua vera identità nel dono di sé all’altro: “alteri vivas oportet, si vis tibi vivere”, “bisogna che tu viva per un altro, se vuoi vivere per te”, diceva Seneca.(Epist. ad Lucilium 48,2-3). Madre Nazarena ha vissuto il suo hic et nunc per un altro, ossia per Dio, per Gesù, il prossimo, la sua comunità, il quartiere dei terremotati di Messina, le case dei poveri e così facendo ha vissuto per se stessa e per l’eternità.

 

 

  

 

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