Aggiornamento sulla Causa di Beatificazione della Madre Nazarena Majone
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di Suor Rosa Graziano
Nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte (1) il Santo Padre Giovanni Paolo il si sofferma a lungo nel sottolineare che la prospettiva in cui si deve porre tutto il cammino pastorale è quello della santità (cfr. n. 30). In questo senso va riscoperto, in tutto il suo valore programmatico, il cap. V della Lumen gentium, dedicato appunto alla vocazione universale alla santità.
Il Papa al n. 31 della stessa lettera parlando del tema della canonizzazione, dice: «Come il Concilio stesso ha spiegato, questo ideale di perfezione non va equivocato come se implicasse una sorta di vita straordinaria, praticabile solo da alcuni "geni" della santità. Le vie della santità sono molteplici e adatte alla vocazione di ciascuno. Ringrazio il Signore che mi ha concesso di beatificare e canonizzare, in questi anni, tanti cristiani (...). È ora di riproporre a tutti con convinzione questa "misura alta" della vita cristiana ordinaria».
In questo contesto ecclesiale di esigenza di santità, la famiglia religiosa delle Figlie del Divino Zelo aspetta con gioia ed enorme gratitudine verso Dio la Beatificazione della loro Confondatrice: Madre Nazarena Majone. Una persona molto semplice e umile: il buon Dio sappiamo che non guarda queste cose, dà del tu a tutti, specialmente a coloro che sono ricchi di amore.
Ella aveva capito che tutto è niente, se non porta all'amore di Dio e del prossimo.
Tutta la sua santità è racchiusa nella parola amore, che ha vissuto in una trilogia stupenda che illustro con le stesse parole di Madre Nazarena.
In data 6 aprile 1938 lei diceva a sr. Celeste:
"Vuoi sapere come si prega? Credi!".
"Vuoi sapere come si parla? Taci!".
"Vuoi sapere come si salvano le anime? Soffri!".
Una causa di Canonizzazione è generalmente un processo lungo e laborioso. Esso aiuta a tener viva la memoria storica nella comunità cui il candidato alla santità appartiene. Situa "il santo" nel suo ambiente storico e nel nostro caso, ci mostra come Madre Nazarena ha attuato l'ideale di santità al femminile, vivendo il carisma del Rogate. Inoltre il processo ci mostra soprattutto come la Grazia ha operato in Madre Nazarena, assimilandola progressivamente al Cristo, Divino Rogazionista.
Farò una veloce carrellata sull'iter della Causa.
• Il 23 settembre 1991: la Santa Sede concede il "nihil obstat" per l'apertura dell'inchiesta diocesana (8 gennaio 1992). In questa fase sono stati inclusi dei testi de visu e de auditu a videntibus. Nella presentazione dei testimoni si è pensato ai "testes ponderandi, non numerandi".
• Il 2 giugno 1993 si è concluso il Processo Diocesano.
• Il 3 giugno 1993: vi è l'apertura del "Transunto" della Copia Pubblica presso la Cancelleria della Congregazione dei Santi, si tolgono i sigilli agli atti del Processo diocesano e inizia il Processo Apostolico.
• Il 14 gennaio 1994 si ha il Decretum de Validitate Inquisitionis Diocesanae. È la verifica circa l'osservanza della disposizione di legge nell'Inchiesta diocesana.
• Il 18 marzo 1994 vi è la nomina del Relatore della Causa nella persona del Rev.mo p. Cristoforo Bove, OFMConv. Il Relatore durante questi anni ha seguito la redazione della Positio. Padre Bove è molto sensibile alla figura di Madre Nazarena e ha pubblicato il n. 10 della collana "Nazarena Majone", dal titolo Confondatrice e prima Madre Generale delle FDZ.
• Il 6 luglio 1998, dopo 4 anni di intenso lavoro viene consegnata al Protocollo la Positio super virtutibus, stesura critica e articolata effettuata con la collaborazione esterna del prof. Luigi Di Carluccio e la Postulazione di sr. Rosa Graziano. L'estensore della Positio è conoscitore della storia della famiglia rogazionista e si è dedicato con competenza durante i 4 anni di lavoro. Il risultato è che abbiamo una Positio ponderosa, che ha riscosso notevoli consensi per la solidità metodologica e la serietà con la quale è stata condotta. Sono due densi volumi di circa 1800 pagine, ciò significa che il Relatore, la Parte Attrice e Di Carluccio hanno lavorato seriamente.
La metodologia usata è quella della convergenza delle fonti:
- Autobiografiche
- Biografiche
- Processuali
- Iconografiche
- Documentali
• Dal 1998 al 2001 si susseguono circa 30 interventi presso la Congregazione dei Santi, nei quali si chiede quanto prima la discussione della Positio. I Postulanti sono vescovi, superiori/re generali di Istituti religiosi, ivi compreso quello delle Suore del Divino Zelo, che onora Madre Nazarena con il titolo di Confondatrice, e il superiore generale dei Rogazionisti.
Il 9 maggio 2003 ha luogo il Congresso Peculiare dei Teologi super virtutibus, al quale partecipa, quale esperto, anche il Rev.mo Relatore della Causa padre Cristoforo Bove.
Il risultato di 9/9 affirmative dimostra che, in base all'apparato probatorio, i teologi sono giunti alla certezza morale che effettivamente vi sono le condizioni per procedere alla via della canonizzazione. I teologi hanno provato l'esistenza di una fama di santità, senza la quale non si giustifica una causa di canonizzazione, e se alla base di questa fama vi è effettivamente una santità di vita che ha raggiunto il grado eroico.
Lo studio dei teologi è consistito nel ripercorrere la vita di Madre Nazarena e, in base alle prove storiche fornite dalla Positio, analizzare come sono state vissute le virtù cristiane, cioè come sono state affrontate le diverse vicissitudini dell'esistenza umana fino al momento della morte, tenendo ovviamente conto del contesto socio-culturale ed ecclesiale del suo tempo.
Vorrei ricordare che l'eroicità delle virtù consiste nel compimento fedele e costante dei doveri del proprio stato, in forma diuturna e continua, comportante atti eccellenti e ardui, compiuti in una maniera tale che supera il comportamento di persone anche virtuose.
Ogni singola persona umana è in Cristo chiamata ad una vita di intima unione con la Santissima Trinità e, quindi, a partecipare alla sua vita di amore. Questa unione di amore con Dio che sarà consumata nella sua pienezza soltanto nell'altra vita, è ora una realtà perché nel Battesimo il credente è stato incorporato in Cristo e ha così, per opera dello Spirito Santo, incominciato a vivere della vita del Redentore. Ciò significa che è iniziato il cammino della radicale trasformazione del battezzato verso la conformazione sempre più piena alla Persona del Verbo Incarnato Redentore. È proprio questo processo della progressiva assimilazione a Cristo che esige e postula l'eroismo cristiano. È vero che la suddetta trasformazione è radicalmente ed essenzialmente opera dell'Amore Divino. Non è il frutto di un volontarismo umano (Pelagianesimo= la volontà può tutto), né un subire questa trasformazione in pura passività (Quietismo= l'uomo è predestinato. Fa tutto Dio).
La grazia è la forza motrice di tutta la nostra attività virtuosa, ma l'uomo deve collaborare armoniosamente con un amore incondizionato, totale e operoso.
• Il 28 maggio 2003 avviene la pubblicazione a stampa delle Relatio et Vota Congressus Peculiaris die 9 Maii 2003 habiti. I vota presentano delle valutazioni bellissime su madre Nazarena. Riporto qualche riga: «Chi la avvicinava avvertiva subito le operazioni della grazia di Dio in lei e della profonda santità consumata specialmente nella carità e nella sofferenza cristiana. Tra i tanti doni o fenomeni che sono qualificati come carismatici i testimoni citano:
- Il dono dell'orazione dimostrato e registrato come fatto de visu. La si vedeva tutta raccolta, compenetrata, si sentiva che in lei era Gesù che parlava.
- Il dono della familiarità con Dio fatto di fede - fiducia - preghiera.
- Penetrazione dell'intelligenza e di premonizione, doni comprovati da vari episodi. Tante testimonianze parlano di questi doni legati alla grazia del carisma rogazionista: la madre Nazarena aveva l'intelligenza di penetrare nel sacerdozio.
La sua fama da santità appare evidente. Se lei ebbe il dono di avvicinarsi a un "Santo" fondatore, questi comprese subito che il Signore gli mandava ad aiuto e sostegno una creatura eccezionale e pensò di coltivarla spiritualmente e intellettualmente.
La fama di santità dunque comincia proprio con il giudizio del Santo Fondatore che ne mette in evidenza la carità, l'umiltà e la fortezza. Sul suo letto di morte, il Padre Annibale dice che M. Nazarena è un'anima bella: semplice come una colomba, non conosce finzione, doppiezza, politica, il suo parlare è evangelico. Anche i generali successori furono concordi nell'affermare che la Madre Nazarena era una santa. E santa veniva considerata dal popolo ed anche da quelli che ne avevano solo sentito
parlare. (Pag. 27-28)
Fede
Il filo conduttore delle testimonianze sull'eroicità della fede della Madre Nazarena è costituito dall'atteggiamento di permanente umiltà di fronte a Dio, al p. Fondatore e ai superiori.
Speranza
La virtù teologale della speranza è l'humus vitale e l'esistenzializzazione della virtù della fede. Essa riguarda non tanto il futuro, quanto la costante presenza operante di Dio, che assiste e orienta la persona verso la piena realizzazione di sé, che consiste nell'unione personale, amorosa e reciproca appartenenza con Lui in Cristo. (Pag. 48-49) L'amore della Serva di Dio verso il suo Signore e Sposo oltre che pieno di confidenza era anche oblativo. In lei amore e dolore si legano. È intimamente unita alla Vittima divina, per essere a sua volta vittima, riparatrice, espiatrice e consolatrice. Il suo amore per il Signore non aveva limiti (...).
Amore verso il prossimo
La carità di Madre Nazarena verso il prossimo è tra le virtù maggiormente registrate nelle fonti». (Pag. 50)
• L'11 settembre 2003 vi è la nomina del Ponente della Causa nella persona dell'Eccellentissimo Mons. Salvatore Boccaccio, vescovo di Veroli - Ferentino. I voti definitivi dei Consultori Teologi, con le Conclusioni redatte dal Promotore della Fede sono stati sottoposti il 28 ottobre 2003 nella Congregazione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi, membri della Congregazione delle Cause dei Santi. L'esito è stato affirmative. Le sentenze dei Padri Cardinali e dei Vescovi sono state riferite dal Card. Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, al Santo Padre, Giovanni Paolo II, al quale unicamente compete il diritto di decretare il culto da prestarsi a Madre Nazarena.
• Il 20 dicembre 2003 il Decretum super heroicitate virtutum è stato promulgato alla presenza dello stesso Sommo Pontefice. In pratica il Santo Padre ha condiviso e fatto proprio il frutto del lavoro e del parere della Congregazione. È stato necessario provare che le virtù furono esercitate "in grado eroico", ripeto in misura non comune, superiore a quella della media dei fedeli, in modo tale che la vita della Madre Nazarena assume un carattere esemplare. Il coro di voci che risuona nell'apparato probatorio di una causa di canonizzazione permetta di raggiungere l'unica certezza umana possibile.
Preciso che lo studio e la valutazione delle prove circa la virtù in grado eroico di un servo di Dio fino al relativo Decreto del Santo Padre costituisce un requisito previo perché si possa dare inizio all'esame del miracolo attribuito alla sua intercessione, che è la lettera di credito dell'autentico messaggio di Dio, come il sigillo dell'Onnipotenza di Dio su una parola che pretende di avere origine da Lui.
Cosa rimane da fare ancora
È necessario diffondere la conoscenza di Madre Nazarena e fare in modo che molti invochino la sua intercessione presso Dio. Ciò perché il miracolo è necessario per la Beatificazione, esercita una funzione di "attestazione" come segno affermativo.
LA MADRE È VENERABILE
Tale titolo canonico non comporta l'attribuzione di alcuna forma di culto pubblico, ma limitato alla Congregazione del Figlie del Divino Zelo e a quei luoghi di maggiore significato ecclesiale relativi alla "memoria" della Madre Nazarena Majone.
Concludo con le parole di un teologo che ha votato per l'eroicità delle virtù della Madre Nazarena: «Madre Nazarena conobbe un'esistenza molto operosa e costantemente intessuta delle responsabilità proprie della sua vocazione speciale. Possedeva un'anima molto sensibile, un cuore pieno di amore verso Dio e verso il prossimo, capace di vibrare ad ogni segno di bontà e di gentilezza con un intenso spirito di gratitudine. Ella visse le nostre stesse battaglie, le nostre stesse preoccupazioni, le nostre croci quotidiane, ma illuminata da una fede trasparente che le faceva scoprire la mano di Dio in tutte le cose e avvenimenti.
In modo particolare, seppe aprirsi a un amore sempre nuovo per donarsi gratuitamente tutta a tutti. Essendo stata presente con spirito costruttivo nelle contraddizioni del suo tempo: la miseria, il terremoto, la guerra, appare come modello di una risposta profetica ai bisogni del nostro tempo.
Lei è l'esempio, il modello non solo per tutte le Consacrate, ma per tutti i credenti che trovano nella Serva di Dio un'immagine vivente dell'unico vero Dio che attraverso Gesù diffonde le sue inesauribili ricchezze. Oggi, come mai, c'è un urgente bisogno di modelli che paghino di persona il seguire Cristo povero, obbediente, casto.
Il mondo sta vivendo tensioni forti, contrastanti, le guerre lasciano lutti e ferite, l'odio chiama l'odio, gli interessi materiali azzerano i valori spirituali; non c'è più gioia, non c'è serenità perciò è doveroso riproporre figure, testimonianze di persone, che, come la Serva di Dio, pur vivendo in tempi ugualmente difficili, risolveranno i problemi con la fiducia nella Provvidenza divina, con la preghiera quotidiana, con la rinuncia al proprio benessere per sollevare i più disagiati, i più provati. La sua umile vita riproposta oggi ai giovani ed alle giovani che non trovano significati, valori per operare il bene, potrebbe essere un faro nella notte buia di questa esistenza preoccupata solo di godere dei beni effimeri e passeggeri. Soprattutto l'ideale del Rogate, e cioè di preghiera per ottenere tanti santi operai, va seminato ovunque perché i sacerdoti hanno bisogno del sostegno umano, morale, spirituale» (pp. 24-25).
L'augurio è che ciascuno di noi possa portare nel proprio cuore e sulle mani oranti "le gioie e i dolori del mondo".
Il Papa al n. 31 della stessa lettera parlando del tema della canonizzazione, dice: «Come il Concilio stesso ha spiegato, questo ideale di perfezione non va equivocato come se implicasse una sorta di vita straordinaria, praticabile solo da alcuni "geni" della santità. Le vie della santità sono molteplici e adatte alla vocazione di ciascuno. Ringrazio il Signore che mi ha concesso di beatificare e canonizzare, in questi anni, tanti cristiani (...). È ora di riproporre a tutti con convinzione questa "misura alta" della vita cristiana ordinaria».
In questo contesto ecclesiale di esigenza di santità, la famiglia religiosa delle Figlie del Divino Zelo aspetta con gioia ed enorme gratitudine verso Dio la Beatificazione della loro Confondatrice: Madre Nazarena Majone. Una persona molto semplice e umile: il buon Dio sappiamo che non guarda queste cose, dà del tu a tutti, specialmente a coloro che sono ricchi di amore.
Ella aveva capito che tutto è niente, se non porta all'amore di Dio e del prossimo.
Tutta la sua santità è racchiusa nella parola amore, che ha vissuto in una trilogia stupenda che illustro con le stesse parole di Madre Nazarena.
In data 6 aprile 1938 lei diceva a sr. Celeste:
"Vuoi sapere come si prega? Credi!".
"Vuoi sapere come si parla? Taci!".
"Vuoi sapere come si salvano le anime? Soffri!".
Una causa di Canonizzazione è generalmente un processo lungo e laborioso. Esso aiuta a tener viva la memoria storica nella comunità cui il candidato alla santità appartiene. Situa "il santo" nel suo ambiente storico e nel nostro caso, ci mostra come Madre Nazarena ha attuato l'ideale di santità al femminile, vivendo il carisma del Rogate. Inoltre il processo ci mostra soprattutto come la Grazia ha operato in Madre Nazarena, assimilandola progressivamente al Cristo, Divino Rogazionista.
Farò una veloce carrellata sull'iter della Causa.
• Il 23 settembre 1991: la Santa Sede concede il "nihil obstat" per l'apertura dell'inchiesta diocesana (8 gennaio 1992). In questa fase sono stati inclusi dei testi de visu e de auditu a videntibus. Nella presentazione dei testimoni si è pensato ai "testes ponderandi, non numerandi".
• Il 2 giugno 1993 si è concluso il Processo Diocesano.
• Il 3 giugno 1993: vi è l'apertura del "Transunto" della Copia Pubblica presso la Cancelleria della Congregazione dei Santi, si tolgono i sigilli agli atti del Processo diocesano e inizia il Processo Apostolico.
• Il 14 gennaio 1994 si ha il Decretum de Validitate Inquisitionis Diocesanae. È la verifica circa l'osservanza della disposizione di legge nell'Inchiesta diocesana.
• Il 18 marzo 1994 vi è la nomina del Relatore della Causa nella persona del Rev.mo p. Cristoforo Bove, OFMConv. Il Relatore durante questi anni ha seguito la redazione della Positio. Padre Bove è molto sensibile alla figura di Madre Nazarena e ha pubblicato il n. 10 della collana "Nazarena Majone", dal titolo Confondatrice e prima Madre Generale delle FDZ.
• Il 6 luglio 1998, dopo 4 anni di intenso lavoro viene consegnata al Protocollo la Positio super virtutibus, stesura critica e articolata effettuata con la collaborazione esterna del prof. Luigi Di Carluccio e la Postulazione di sr. Rosa Graziano. L'estensore della Positio è conoscitore della storia della famiglia rogazionista e si è dedicato con competenza durante i 4 anni di lavoro. Il risultato è che abbiamo una Positio ponderosa, che ha riscosso notevoli consensi per la solidità metodologica e la serietà con la quale è stata condotta. Sono due densi volumi di circa 1800 pagine, ciò significa che il Relatore, la Parte Attrice e Di Carluccio hanno lavorato seriamente.
La metodologia usata è quella della convergenza delle fonti:
- Autobiografiche
- Biografiche
- Processuali
- Iconografiche
- Documentali
• Dal 1998 al 2001 si susseguono circa 30 interventi presso la Congregazione dei Santi, nei quali si chiede quanto prima la discussione della Positio. I Postulanti sono vescovi, superiori/re generali di Istituti religiosi, ivi compreso quello delle Suore del Divino Zelo, che onora Madre Nazarena con il titolo di Confondatrice, e il superiore generale dei Rogazionisti.
Il 9 maggio 2003 ha luogo il Congresso Peculiare dei Teologi super virtutibus, al quale partecipa, quale esperto, anche il Rev.mo Relatore della Causa padre Cristoforo Bove.
Il risultato di 9/9 affirmative dimostra che, in base all'apparato probatorio, i teologi sono giunti alla certezza morale che effettivamente vi sono le condizioni per procedere alla via della canonizzazione. I teologi hanno provato l'esistenza di una fama di santità, senza la quale non si giustifica una causa di canonizzazione, e se alla base di questa fama vi è effettivamente una santità di vita che ha raggiunto il grado eroico.
Lo studio dei teologi è consistito nel ripercorrere la vita di Madre Nazarena e, in base alle prove storiche fornite dalla Positio, analizzare come sono state vissute le virtù cristiane, cioè come sono state affrontate le diverse vicissitudini dell'esistenza umana fino al momento della morte, tenendo ovviamente conto del contesto socio-culturale ed ecclesiale del suo tempo.
Vorrei ricordare che l'eroicità delle virtù consiste nel compimento fedele e costante dei doveri del proprio stato, in forma diuturna e continua, comportante atti eccellenti e ardui, compiuti in una maniera tale che supera il comportamento di persone anche virtuose.
Ogni singola persona umana è in Cristo chiamata ad una vita di intima unione con la Santissima Trinità e, quindi, a partecipare alla sua vita di amore. Questa unione di amore con Dio che sarà consumata nella sua pienezza soltanto nell'altra vita, è ora una realtà perché nel Battesimo il credente è stato incorporato in Cristo e ha così, per opera dello Spirito Santo, incominciato a vivere della vita del Redentore. Ciò significa che è iniziato il cammino della radicale trasformazione del battezzato verso la conformazione sempre più piena alla Persona del Verbo Incarnato Redentore. È proprio questo processo della progressiva assimilazione a Cristo che esige e postula l'eroismo cristiano. È vero che la suddetta trasformazione è radicalmente ed essenzialmente opera dell'Amore Divino. Non è il frutto di un volontarismo umano (Pelagianesimo= la volontà può tutto), né un subire questa trasformazione in pura passività (Quietismo= l'uomo è predestinato. Fa tutto Dio).
La grazia è la forza motrice di tutta la nostra attività virtuosa, ma l'uomo deve collaborare armoniosamente con un amore incondizionato, totale e operoso.
• Il 28 maggio 2003 avviene la pubblicazione a stampa delle Relatio et Vota Congressus Peculiaris die 9 Maii 2003 habiti. I vota presentano delle valutazioni bellissime su madre Nazarena. Riporto qualche riga: «Chi la avvicinava avvertiva subito le operazioni della grazia di Dio in lei e della profonda santità consumata specialmente nella carità e nella sofferenza cristiana. Tra i tanti doni o fenomeni che sono qualificati come carismatici i testimoni citano:
- Il dono dell'orazione dimostrato e registrato come fatto de visu. La si vedeva tutta raccolta, compenetrata, si sentiva che in lei era Gesù che parlava.
- Il dono della familiarità con Dio fatto di fede - fiducia - preghiera.
- Penetrazione dell'intelligenza e di premonizione, doni comprovati da vari episodi. Tante testimonianze parlano di questi doni legati alla grazia del carisma rogazionista: la madre Nazarena aveva l'intelligenza di penetrare nel sacerdozio.
La sua fama da santità appare evidente. Se lei ebbe il dono di avvicinarsi a un "Santo" fondatore, questi comprese subito che il Signore gli mandava ad aiuto e sostegno una creatura eccezionale e pensò di coltivarla spiritualmente e intellettualmente.
La fama di santità dunque comincia proprio con il giudizio del Santo Fondatore che ne mette in evidenza la carità, l'umiltà e la fortezza. Sul suo letto di morte, il Padre Annibale dice che M. Nazarena è un'anima bella: semplice come una colomba, non conosce finzione, doppiezza, politica, il suo parlare è evangelico. Anche i generali successori furono concordi nell'affermare che la Madre Nazarena era una santa. E santa veniva considerata dal popolo ed anche da quelli che ne avevano solo sentito
parlare. (Pag. 27-28)
Fede
Il filo conduttore delle testimonianze sull'eroicità della fede della Madre Nazarena è costituito dall'atteggiamento di permanente umiltà di fronte a Dio, al p. Fondatore e ai superiori.
Speranza
La virtù teologale della speranza è l'humus vitale e l'esistenzializzazione della virtù della fede. Essa riguarda non tanto il futuro, quanto la costante presenza operante di Dio, che assiste e orienta la persona verso la piena realizzazione di sé, che consiste nell'unione personale, amorosa e reciproca appartenenza con Lui in Cristo. (Pag. 48-49) L'amore della Serva di Dio verso il suo Signore e Sposo oltre che pieno di confidenza era anche oblativo. In lei amore e dolore si legano. È intimamente unita alla Vittima divina, per essere a sua volta vittima, riparatrice, espiatrice e consolatrice. Il suo amore per il Signore non aveva limiti (...).
Amore verso il prossimo
La carità di Madre Nazarena verso il prossimo è tra le virtù maggiormente registrate nelle fonti». (Pag. 50)
• L'11 settembre 2003 vi è la nomina del Ponente della Causa nella persona dell'Eccellentissimo Mons. Salvatore Boccaccio, vescovo di Veroli - Ferentino. I voti definitivi dei Consultori Teologi, con le Conclusioni redatte dal Promotore della Fede sono stati sottoposti il 28 ottobre 2003 nella Congregazione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi, membri della Congregazione delle Cause dei Santi. L'esito è stato affirmative. Le sentenze dei Padri Cardinali e dei Vescovi sono state riferite dal Card. Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, al Santo Padre, Giovanni Paolo II, al quale unicamente compete il diritto di decretare il culto da prestarsi a Madre Nazarena.
• Il 20 dicembre 2003 il Decretum super heroicitate virtutum è stato promulgato alla presenza dello stesso Sommo Pontefice. In pratica il Santo Padre ha condiviso e fatto proprio il frutto del lavoro e del parere della Congregazione. È stato necessario provare che le virtù furono esercitate "in grado eroico", ripeto in misura non comune, superiore a quella della media dei fedeli, in modo tale che la vita della Madre Nazarena assume un carattere esemplare. Il coro di voci che risuona nell'apparato probatorio di una causa di canonizzazione permetta di raggiungere l'unica certezza umana possibile.
Preciso che lo studio e la valutazione delle prove circa la virtù in grado eroico di un servo di Dio fino al relativo Decreto del Santo Padre costituisce un requisito previo perché si possa dare inizio all'esame del miracolo attribuito alla sua intercessione, che è la lettera di credito dell'autentico messaggio di Dio, come il sigillo dell'Onnipotenza di Dio su una parola che pretende di avere origine da Lui.
Cosa rimane da fare ancora
È necessario diffondere la conoscenza di Madre Nazarena e fare in modo che molti invochino la sua intercessione presso Dio. Ciò perché il miracolo è necessario per la Beatificazione, esercita una funzione di "attestazione" come segno affermativo.
LA MADRE È VENERABILE
Tale titolo canonico non comporta l'attribuzione di alcuna forma di culto pubblico, ma limitato alla Congregazione del Figlie del Divino Zelo e a quei luoghi di maggiore significato ecclesiale relativi alla "memoria" della Madre Nazarena Majone.
Concludo con le parole di un teologo che ha votato per l'eroicità delle virtù della Madre Nazarena: «Madre Nazarena conobbe un'esistenza molto operosa e costantemente intessuta delle responsabilità proprie della sua vocazione speciale. Possedeva un'anima molto sensibile, un cuore pieno di amore verso Dio e verso il prossimo, capace di vibrare ad ogni segno di bontà e di gentilezza con un intenso spirito di gratitudine. Ella visse le nostre stesse battaglie, le nostre stesse preoccupazioni, le nostre croci quotidiane, ma illuminata da una fede trasparente che le faceva scoprire la mano di Dio in tutte le cose e avvenimenti.
In modo particolare, seppe aprirsi a un amore sempre nuovo per donarsi gratuitamente tutta a tutti. Essendo stata presente con spirito costruttivo nelle contraddizioni del suo tempo: la miseria, il terremoto, la guerra, appare come modello di una risposta profetica ai bisogni del nostro tempo.
Lei è l'esempio, il modello non solo per tutte le Consacrate, ma per tutti i credenti che trovano nella Serva di Dio un'immagine vivente dell'unico vero Dio che attraverso Gesù diffonde le sue inesauribili ricchezze. Oggi, come mai, c'è un urgente bisogno di modelli che paghino di persona il seguire Cristo povero, obbediente, casto.
Il mondo sta vivendo tensioni forti, contrastanti, le guerre lasciano lutti e ferite, l'odio chiama l'odio, gli interessi materiali azzerano i valori spirituali; non c'è più gioia, non c'è serenità perciò è doveroso riproporre figure, testimonianze di persone, che, come la Serva di Dio, pur vivendo in tempi ugualmente difficili, risolveranno i problemi con la fiducia nella Provvidenza divina, con la preghiera quotidiana, con la rinuncia al proprio benessere per sollevare i più disagiati, i più provati. La sua umile vita riproposta oggi ai giovani ed alle giovani che non trovano significati, valori per operare il bene, potrebbe essere un faro nella notte buia di questa esistenza preoccupata solo di godere dei beni effimeri e passeggeri. Soprattutto l'ideale del Rogate, e cioè di preghiera per ottenere tanti santi operai, va seminato ovunque perché i sacerdoti hanno bisogno del sostegno umano, morale, spirituale» (pp. 24-25).
L'augurio è che ciascuno di noi possa portare nel proprio cuore e sulle mani oranti "le gioie e i dolori del mondo".
(1) Giovanni Paolo II, Lettera apostolica Novo millennio ineunte (6 gennaio 2001).